La Puglia ha quasi 83 mila ettari di vigneti distribuiti su un territorio vasto. La terra qui da origine a sapori unici come la tradizionale e unica uva di Troia, proveniente da un vigneto autoctono pugliese. Tradizione, passione incrociano i nostri terreni ricchi di Storie. Una tra tutte quella misteriosa di Castel Del Monte e Federico II.
Iniziamo così il nostro blog omaggiando chi a questa terra regalò tanta maestosità.
Con queste parole Federico II il 29 Gennaio del 1240 ordinava al giustiziere
di Capitanata Riccardo da Montefuscolo di costruire, “l’actratum” (quello che
poi verrà probabilmente definito come il tetto) di un castello presso Santa
Maria del Monte.
“Cum pro castro quod apud Sanctam Mariam de Monte fieri volumus,per te, licet de tua iurisdictione non sit, instanter fieri velimus actractum, fidelitati tue precipiendo mandamus,quatenus actractum ipsum in calce, lapidi bus et omnibus aliis opportuni fieri facias sine mora”.
Qui inizia la storia di un luogo magico, nel quale ancora oggi si celano diversi misteri.
Nel documento Federico II, detto anche Puer Apulie, si riferiva a Castel Del
Monte, che maestoso, a 540 metri sul livello del mare, ancora oggi domina il parco dell’Alta Murgia e la vasta distesa di campagne e vigneti circostante.
Le sue possenti mura suggellarono le nozze di Violante figlia di Federico II. Dopo secoli di abbandono e riutilizzo come ricovero e carcere, nel 1879 fu restaurato. Nel 1996 l’Unesco lo inserisce nella lista Patrimoni dell’Umanità. Geometria e maestria fanno di Castel del Monte uno degli esempi più affascinanti dell’architettura medievale.
Non sapremo mai quale sia stata effettivamente la sua funzione, né se Federico II ci visse mai, sono poche le informazioni sul castello che arrivano oggi a noi, e forse questo ne accresce il suo immenso fascino.
La fortezza venne concepita secondo un estremo rigore geometrico e
matematico. La posizione del castello era studiata in modo tale da creare
particolari effetti di luci e ombre in determinati periodi dell’anno, come nei
giorni del solstizio e dell’equinozio. Il numero otto, simbolicamente l’unione tra
uomo e Dio, ricorre nelle proporzioni di tutto l’edificio.
La pianta è ottagonale, come le otto torri anche esse di forma ottagonale, otto
sale al piano inferiore e altrettante al piano superiore e nel cortile centrale
anch’esso ottagonale alcuni viaggiatori del diciottesimo secolo raccontano di
aver visto un’imponente fontana ottagonale in marmo.
Una raffinata scelta di materiali fa della fortezza un insieme perfetto di
maestria, epoche diverse che si incontrano per restituire al mondo un luogo
unico, circondato dal mistero.
Al suo esterno appare maestoso e lucente grazie alla pietra calcarea,
ovvero il locale marmo di Trani detto anche “pietra di Trani”. Le decorazioni
esterne sono in breccia corallina che si sposa perfettamente con l’argilla e i
clasti bianchi e gialli, del vicino Gargano a ricordare il rosso dei suoi avi
come il mantello di Ruggero II di Sicilia o come il buon vino.
I suoi interni di marmo in diverse tonalità incontrano la breccia corallina.
Il sovrano, soprannominato “Stupor Mundi” meraviglia del mondo, per
l’eclettismo e la vastità della sua cultura, che volle far costruire il castello,
lasciò in eredità a Castel del Monte tutto il mistero che ne circondava la
figura.
Di leggende intorno a questo magico luogo ne sono diverse, una ne fa risalire
l’origine a un’iscrizione riportata in un antico tempio. Qui, narra la tradizione,
c’era una statua sul cui capo era riportata la seguente frase: “Il mio capo è di
bronzo ma a levar del sole a calendi di maggio sarà d’oro”. Un giorno un
saraceno risolse l’arcano e il primo giorno di maggio, al sorgere del sole,
iniziò a scavare dove cadeva l’ombra della statua, scovando un antico e ricco
tesoro, con il quale fu costruito il castello.
Leggende, supposizioni, studi lunghi decenni, oggi ci portano ad osservare
questo luogo con consapevolezza e con stupore, lo stesso di Federico II, e ci
donano uno dei luoghi più interessanti e misteriosi di cui la nostra terra ne è
madre, e al quale noi dedichiamo il nostro vino, che affonda le sue origini
nella madre terra pugliese. Indissolubilmente legato ad essa, proprio come
Castel del Monte e la storia di Federico II.
In questo territorio nasce uno dei nostri vini più pregiati Il Falcione. Un blend di due vitigni: uva di Troia e Montepulciano. Il Falcione è così un connubio perfetto da abbinare a antipasti leggermente piccanti e saporiti, primi piatti con sughi di carne o secondi a base di maiale e agnello o formaggi ovini. Clicca qui per scoprire le origini e la storia di questo vino.
Alessandro Cascella – Redazione Tenuta Degli Eruli & Guida turistica.